Ogni popolo (tranne gli esquimesi) ha nella loro tradizione l’alcool. Viene chiamato spirito e diventa materiale rituale di comunicazione, di convivenza e terapeutico (sedativo e anestetico). Si beve insieme, nelle occasioni di festa e lutto rendendo leggero il cuore degli uomini. Nelle culture in cui c’è il divieto di usarlo al di fuori della ritualità (come buddismo islam) c’è meno alcolismo ma il fallimento della religione – e la perdita della fede – può comportare la caduta nell’alcolismo e nelle droghe più pesanti.

Alcool è una sostanza psicoattiva e intossicante. E’ droga.
Droga è una sostanza CHE TI CAMBIA l’umore e la mente.

Alcool è una sostanza psicoattiva. Deprime SNC similmente a barbiturici e benzodiazepine. In piccola quantità riduce l’ansia, la tensione muscolare e mentale, migliora l’umore, facilita le relazioni sociali, sciogliendo la conversazione.

Per molto tempo ci si è chiesti se fosse una droga.

Una sostanza per essere considerata droga deve provocare tre effetti:

  1. adattabilità del metabolismo e modifica dei recettori per cui insorge necessità di droga
  2. tolleranza tessutale: è necessario aumentare la quantità assunta per avere gli stessi effetti.
  3. crisi di astinenza: in assenza o sospensione della sostanza si manifesta una sintomatologia fisica e psichica caratteristica e prevedibile.

Se l’Alcool ha queste tre caratteristiche, dunque è droga che genera dipendenza.

Diversamente da altre droghe psicoattive però la dipendenza insorge più lentamente, in 10-15 anni, e solo il 10% delle persone diventa dipendente. Le donne più rapidamente (circa 10 anni) degli uomini. In genere si sviluppa una tolleranza scarsa rispetto alle altre droghe (l’aumento della dose attiva è solo 3-4 volte rispetto al normale), anzi negli stadi avanzati i danni epatici che si instaurano la riducono ulteriormente.
L’alcolista è individuato dalla presenza di almeno tre sintomi per almeno un mese.
– bere una quantità maggiore e/o per tempo maggiore di quanto vorrebbe o aveva programmato di fare.
– desiderio persistente e incapacità a ridurre le dosi o limitare l’uso.
– tempo considerevole della giornata dedicato a procurarsi le droghe o riprendersi dagli effetti dell’assunzione precedente.
– intossicazione crea problemi, interferisce con gli obblighi, mette a repentaglio la salute della persona.
– vita sociale, ricreativa o occupazionale volutamente ridotta per avere il tempo di bere.
– uso continuo anche se crea problemi sociali, economici, professionali e fisici.
– tolleranza aumentata.
– sindrome da astinenza alla riduzione o eliminazione dell’assunzione.
– uso della sostanza per ridurre i sintomi.

Ma in tempi recenti si considera in senso lato l’alcolismo qualsiasi assunzione di alcol che danneggia l’individuo e la società. E’ una malattia cronica (con segni, progressione e risposte prevedibili): non si può guarirla ma si può curare.Se l’alcolista smette di bere può essere riabilitato e riammesso nella società ma non è guarito. Non può bere un’po’ (ai pasti o nelle occasioni) per non ricadere.

Chi può smettere appena lo desidera probabilmente non è alcolizzato ma solo un forte bevitore.

Il vero alcolista che ha smesso, se, anche dopo 10-15 anni, ne assume episodicamente anche una piccola quantità, può riprendere a bere e ricadere nella dipendenza.
Fin dagli anni ’70 negli USA gli alcolisti hanno usufruito dei programmi Acudetox.

L’efficacia nei confronti dell’alcol è stata verificata da uno studio controllato contro placebo dell’Università del Minnesota (Hennepin County) su 80 alcolisti, pubblicato nel 1989 su The Lancet 8, 1435-1439.

Il campione era costituito da alcolisti [età media 42,2 (23-71), 75M 5 F] recidivi a precedenti terapie, con almeno 5 ammissioni in centri di disintossicazione in anni recenti, senza lavoro e senza casa.
Due volte a settimana nella casa si tenevano riunioni di AA a cui potevano partecipare anche i pazienti del programma.

Il trattamento era articolato in tre fasi:
I°fase: trattamento quotidiano 5 volte a settimana per 2 settimane.

II°fase: trattamento a dì alterni 3 volte a settimana per 4 settimane.

III°fase: trattamento 2 volte a settimana per 2 settimane.

Alla fine si veniva dimessi con richiesta di tornare a 1, 3, 6 mesi per follow up (scheda con 6 domande sul consumo e il desiderio di alcol, capacità a stare sobrio, capacità a intraprendere attività produttive in cui venivano assistiti da un coordinatore “cieco”)
Incentivi: 100$ se si completava il programma di cui: 10$ all’immissione, 15$ a completamento di ogni fase e 15$ per ogni scheda di follow up completata.
Protocollo: 5 punti dell’orecchio più punto somatico (hegu) contro punti placebo (distanti >5mm, profondi <2mm). La terapia era somministrata in gruppi di 30.
21 (52,5%) dei 40 pazienti del gruppo in terapia hanno completato il programma, mentre solo 1 (2,5%) dei 40 pazienti di controllo fece altrettanto. Solo 3 (7,5%) dei pazienti in terapia hanno abbandonato il programma durante la fase I, rispetto ai 19 (47,5%) del gruppo di controllo. In una verifica effettuata nei sei mesi successivi, dei 21 pazienti trattati che avevano completato la fase III, 6 non avevano mai assunto alcol rispetto ad 1 del gruppo di controllo. Altrettanto significativa la differenza tra i due gruppi rispetto alle recidive che avevano comportato ricoveri in centri di disintossicazione.
Più recentemente, nel giugno 1996 il Kent Sussex Detox Center ha fatto una revisione su 872 persone entrate nel programma nei primi due anni dall’attivazione. I pazienti erano reclutati su base volontaria per il trattamento con Acudetox contro un controllo che aveva rifiutato l’agopuntura (nessuno o altri trattamenti) 446 con trattamento agopuntura (73.1%) contro 160 (26.2%) senza agopuntura. I gruppi erano simili per tutte le variabili ma nel gruppo ago era maggiore il numero di persone con storie di abusi e malattie mentali e sessuali.

Equivalenti i risultati preliminari del Michingan alcholism Screening test o Beck’s Depression Index BDI.
Le differenze erano significative:
– chi aveva fatto ago era meno depresso (Test BDI p<0.01)
– la permanenza in trattamento era maggiore (5,56 gg contro 3.86 p<0.001)
– l’88,6 % del gruppo ago lasciava il programma dopo averlo completato contro il 63.8 del controlloSuccessi rimarcabili sono stati raggiunti sui nativi Americani localizzati nelle riserve Crow e Sioux trattati da operatori interni alla comunità addestrati da NADA. L’alcolismo è estremamente comune tra i nativi d’America, ma i programmi convenzionali di disintossicazione hanno una scarsa adesione e costi elevati. L’introduzione nel 1993 di Acudetox comportò fin dalle prime settimane un aumento delle adesioni tanto da raggiungere dopo 2 mesi i 40 trattamenti settimanali solo nel presidio Crow. I farmaci (es. Cloralio idrato) furono sospesi dal 4° giorno di applicazione del metodo. Molti di quanti prima non collaboravano dopo 1-2 giorni di agopuntura diventavano pazienti modello. Erano più calmi, rispettosi di sé e quindi si lasciavano più facilmente coinvolgere dagli altri aspetti del programma (psicoterapia e AA)

All’agopuntura venivano indirizzati dal carcere i Sioux alcolisti con particolari problemi psichici. La motivazione in questo gruppo divenne così positiva che essi costruirono una “casa del sudore” per la riserva mentre stavano ancora scontando la pena. Le “case del sudore” sono usate dalla comunità Indiana come mezzo di pulizia del corpo e meditazione. Molti Nativi sottolineavano che l’approccio medico cinese con agopuntura era molto simile alle loro terapie tradizionali. I Sioux chiamano l’agopuntura ‘takus kanskan’ nel linguaggio Lakota. La traduzione “il potere misterioso che muove o circola attraverso la vita” è molto simile al concetto di qi- energia vitale che è la spiegazione tradizionale dell’effetto dell’agopuntura.
Acudetox non è un metodo di sostanza specifica, ma aiuta a controllare anche l’abuso “consolatorio” di sostanze come nicotina, caffè, psicofarmaci a cui l’alcolista in trattamento fa ricorso per compensare la mancanza di alcol.
E’ terapia di gruppo che si pratica in regime ambulatoriale soprattutto in caso di primo trattamento su richiesta del paziente, in assenza di complicazioni mediche e scarso rischio di astinenza. Rende possibile questo tipo di intervento la presenza di una famiglia unita coinvolta (si possono trattare con vantaggio anche i familiari), la disponibilità di supporti terapeutici.
Al ricovero si ricorrerà in casi gravi, acuti, in presenza di una storia di fallimenti terapeutici, problemi potenziali di grave astinenza; mancanza di supporto sociale o bisogno della famiglia di ‘tirare il fiato’. Comunque appena possibile si tende a trattare ambulatoriamente.
Può costituire il “primo passo” che rende più facile l’adesione agli Alcolisti Anonimi e tutti i “12 passi” successivi.

In Italia

Tanti Ser.T. e “servizi della dipendenza” specifici per i problemi collegati all’alcolismo all’interno del Servizio Sanitario Pubblico hanno adottato il protocollo Acudetox. Il trattamento di agopuntura deve essere affiancato ad un approccio psicologico con incontri di gruppo o individuali, settimanali, come un importante sostegno psicologico ed emotivo.